Fondirigenti, fondo interprofessionale per la formazione continua dei dirigenti promosso da Confindustria e Federmanager, ha condotto una quick survey sullo Smart Working su un campione di circa 800 aziende sul territorio nazionale che ha permesso di realizzare un’analisi sulle prospettive future dello Smart Working in Italia, modalità lavorativa protagonista per fronteggiare l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, che ha consentito a molti di continuare a svolgere il proprio lavoro in sicurezza, sebbene la sua diffusione prima dell’epidemia fosse piuttosto contenuta.
La survey si concentra su vari aspetti e ha analizzato gli atteggiamenti delle imprese e dei lavoratori nei confronti dello Smart Working in termini di dotazioni, investimenti, competenze e ricorso alla leva formativa, con risultati incoraggianti.
Il 97% ha attivato lo Smart Working
L’emergenza sanitaria è stata la ragione principale che ha spinto molte aziende (circa il 97% dei rispondenti) ad attivare lo Smart Working, anche se non mancano altre motivazioni come i benefit per il lavoratore e le esigenze produttive dell’impresa.
L’atteggiamento dei lavoratori e gli investimenti delle imprese
Nonostante l’impegno organizzativo, l’indice di gradimento sull’utilizzo dello Smart Working da parte dei lavoratori è stato molto elevato così come positivo è stato il giudizio sull’esperienza: molte imprese sembrano infatti aver riconosciuto svariati vantaggi nell’utilizzo del lavoro agile e circa la metà dei rispondenti si dichiara disponibile ad investimenti per offrire al maggior numero possibile di dipendenti questa possibilità, incrementando l’utilizzo anche in futuro dello Smart Working, passando dall’attuale 46% fino al 59%.
La formazione
Le imprese considerano la formazione un elemento estremamente importante per superare gli ostacoli esistenti in termini di innovazione e sviluppo tecnologico, con particolare interesse al Management, alla gestione delle risorse umane e alla digitalizzazione dei processi aziendali.
“La rotta da seguire anche per il post Covid-19è ben tracciata – afferma Costanza Patti, direttore di Fondirigenti – le competenze manageriali vanno rinnovate per grestire i nuovi modelli organizzativi e la ripartenza. La nostra ricerca dimostra l’utilità della formazione sul lavoro agile con particolare interesse verso i temi del management, della gestione delle risorse e della digitalizzazione dei processi aziendali”.