In questo numero di Progetto Manager si parlerà di… Primo Maggio, Fase 2, Lavoro, Lockdown e tanti altri temi di confronti tra cui,
“Responsabilità e competenza al primo posto, i manager sono pronti a far ripartire subito le industrie”, è il pensiero di Stefano Cuzzilla che firma l’editoriale “Scelte giuste, scelte obbligate”.
Mario Cardoni con “Nessuno resti indietro” parla del percorso di outplacement, previsto nell’ultimo rinnovo del Ccnl di categoria, che è oggi pienamente operativo. Per i manager uno strumento di supporto al ricollocamento e di crescita professionale.
“Quella festa che non c’è”, scritto da Walter Passerini svolge un’analisi di ciò che ci attende dopo il coronavirus, con tre priorità da considerare.
“Lavoro è partecipazione” scritto da Massimo Solani. Un nuovo patto tra sindacato e impresa che metta al centro il lavoro.
Dina Galano firma “L’avanzata dei corpi intermedi”: dai protocolli sulla sicurezza alle proposte al Governo, il presidente Confapi porta avanti le istanze delle Pmi italiane. Con un proposito fermo: il luogo di lavoro deve diventare il luogo più sicuro.
“Accordiamoci sui territori”, scritto da Francesco Seghezzi: per rispondere alla crisi non bastano misure di carattere generale, vanno rafforzate le relazioni industriali a livello territoriale e aziendale. Il presidente della Fondazione Adapt ci spiega perché non si tratta di una contraddizione.
In “L’equazione del Primo Maggio”, scritto da Maurizio Carta, viene fatto un breve excursus storico-economico della festa internazionale dei lavoratori, commentato dal presidente del Cnel, Tiziano Treu.
“Entusiasti o razionali”, di Luca Politi, si riflette sulle nuove modalità di lavoro stimolate dalla crisi da Covid-19. Che poi siano più collaborative e solidaristiche non è detto. Tra virtù, paradossi e falsi miti, l’opinione del sociologo Luca Ricolfi non consola.
“Dalla parte delle risorse umane”, di Antonio Soriero: elevati standard di sicurezza e massima attenzione alle esigenze del personale. Gli HR manager raccontano le loro mosse per reagire all’impatto del coronavirus.
“Made in, ritorno in passerella”. Dina Galano intervista Paolo Bastianello. Non solo grandi brand. La moda italiana è viva e vivace grazie a piccole imprese eccezionali che si stanno attrezzando per reagire alla seconda pandemia, quella economica.